mercoledì 20 ottobre 2010

TEST FARMACOLOGICI


Una buona risposta alla terapia cronica con levodopa (uno dei principali farmaci utilizzati nella malattia di parkinson) viene gia considerata importante per la diagnosi di parkinson, tuttavia spesso sono necessari anche test farmacologici.
Il farmaci più utilizzati sono, apomorfina, levodopa in formulazione dispersibile e levodopa metilestere.
Test all'apomorfina: da una buona indicazione della attività dei recettori dopaminergici, nello striato. L'apomorfina è una sostanza che stimola direttamente questi recettori, si soministra per via sottocutanea e ha una rapidità d'azione tale per cui il primo rilevamento si effettua dopo 15 minuti dalla somministrazione. Presenta pero alcuni svantaggi quali l'induzione del vomito, e può dare sonnolenza e confuzione, per cui e necessario prevenire queste manifestazione con farmaci antivomito.

venerdì 15 ottobre 2010

LA DIAGNOSI

Abbiamo visto quali e quanti possono essere i disturbi che inducono a recarsidal medico. Ora il medico (neurologo) da parte sua deve cercare di fare quadrare tutto ciò che gli viene riferito e dare un nome alla malattia che presenta il paziente, per fare questo ha a disposicione alcuni fattori su cui si può basare, che sono:
  • I sintomi, al meno due dei sintomi primari prima descriti di cui uno deveessere o tremore o lenteza dei movimenti. riscontrabili tramite una accurata visita neurologica.
  • Una risposta favorevole alla terapia dopaminergica.
  • I test farmacologici utilizzando apomorfina (stimolante de recettori dopaminergico) oppure levodopa, che forniscono informazioni sulla funzionalità del recettore dopaminergico.
  • Esami strumentali quali la tomografia assiale computarizzata (TAC) o risonanza magnetica nucleare (RMN) encefalica, meglio se con magnete da 1,5 tesla, che possono dare informazioni anatomiche molto dettagliate sulle struture cererali coinvolte.
  • Esami tipo fncionale sono gli studi PET o SPEC con vari traccianti per valutare la funzionalità recettoriale o l'attività dei nuclei e della corteccia tramite studi sul flusso ematico e sui trasportatori di dopamina.

giovedì 14 ottobre 2010

ALTRI SINTOMI SECONDARI


  • UMORE E COMPORTAMENTO:
 Possono  poi manifestarsi anche variazioni del comportamento ò dell'umore in una percentuale variavile di soggetti. Vediamo le più comunni.
  • DEPRESSIONE E ANSIA:
Si ricontrano in circa metà del pazienti. Qualche volta possono presentarsi come sintomi di esordio della malattia e in un numero molto ristreto di casi questa puo iniziare con un manifesto attacco di panico.
Un umore depresso può in parte essere legato a una reazione negativa conseguente alla diagnosi di malattia, ma più spesso è il risultato di la riduzione di alcune sustanze neurochimiche correlate alla dopamina ( noradrenalinae serotonina) che sono coinvolte nella regolazione dell umore. Nei casi più comuni ansia e depresone sono lievi, talvolta migliorano con la terapia antiparkinson, ma spesso richiedono un intervento terapeutico più mirato.
  • DISTURBI DEL SONNO:
Tutti noi solitamente abbiamo un ciclo normale di sonno-veglia, nella malattia di parkinson questo ciclo può essere alterato e spesso i pazienti si addormentano facilmente, ma si svegliano spesso durante la notte. Più problematico si presenta un paziente che tende ad addormentarsi durante il giorno e non riesce a prendere sonno di notte invertendo cosi el normale ritmo sonno-sveglia.
  • DEMENZA, PERDIDA DI MEMORIA E CONFUSIONE: Problemi di memoria e altri aspetti della funzione congnitiva (attenzione e concentrazione) si rivelano nel 40-50% dei pazienti con parkinson, sopratutto nello stadio avanzato della malattia e negli anziani. Questi problemi sono di solito moderati e raramente raggiungono la gravità della malattia di alzheimer.

  • ALLUCINAZIONI E PSICOSI:
 Un ecceso di terapia antiparkinson può indurre disturbi della percezione con allucinazioni (vedere persone o cose che non sono reali). Le allucinazioni sono solitamente visive, raramente auditive. Possono anche comparire deliri (idee fisse erronee, particolarmente frecuenti i deliri di gelosia), oppure anche compulsioni ovvero ilsentirsi spinto verso un particolare comportamento ( ben descritti sono una tendenza al gioco oppure a comperare senza reale necesità). Questi sintomi costituiscono quella che i medici chiamano psicosi da farmaci.